Hanno tra gli otto e gli undici anni le bambine che vengono sottoposte alla pratica del breast ironing (letteralmente “stiramento del seno”). Fa davvero male vedere come in certe parti del mondo quello che è un simbolo di femminilità venga visto come una minaccia, come qualcosa da cancellare per scongiurare il rischio di violenze fisiche.
Il breast ironing è un’usanza originaria del Camerun, che viene praticata nel segreto delle mura familiari nonostante sia stata classificata dalle Nazioni Unite come un crimine contro le donne. Con un ferro da stiro rovente – vengono utilizzati anche pietre e bastoni – si preme forte sul seno in formazione, fino a cancellare totalmente il nocciolo all’interno, con conseguenze anche sulla struttura cellulare e con un aumento forte del rischio di cancro.
Il dolore fisico atroce è la costante di un atto che definire violento è poco, e che viene praticato anche presso alcune famiglie camerunensi residenti nel Regno Unito. Ha fatto molto scalpore la storia di Amélie, oggi 24enne, che sulle pagine del sito dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, ha raccontato come la madre abbia iniziato a sottoporla al breast ironing quando aveva solo 13 anni, passandole sul petto ogni sera e ogni mattina una pietra arroventata.
La storia di Amélie ha avuto un lieto fine perché i suoi seni sono ricomparsi dopo 3 anni. La speranza è che succeda questo anche alle tantissime altre giovani camerunensi. Molte associazioni internazionali sono in prima linea e si stanno impegnando da tempo per salvare il corpo delle donne dall’orrore delle mutilazioni fisiche, veri e propri insulti a quel dono unico e meraviglioso che è la femminilità.