Come tutte le estati, anche durante quella del 2022 si parla di body positivity. L’occasione che ha permesso di parlare del tema è stata, nelle scorse settimane, la campagna del Ministero dell’Uguaglianza spagnolo dal titolo El Verano También es Nuestro (traduzione: “anche l’estate è nostra”).
L’immagine, diventata virale a seguito di una condivisione da parte della ministra di Podemos Ione Bellara, ritrae diverse donne, varie le loro etnie, corporature ed età, che con gioia si godono il sole sulla battigia. Una campagna destinata, di base, a far parlare. Quando di mezzo c’è la body positivity, il racconto del corpo nella sua verità, c’è sempre chi è pronto a dire la propria spesso con toni accesi, tirando fuori espressioni come “prova costume” e dimenticando che dietro a ogni corpo c’è una storia che va rispettata e valorizzata.
In questo caso, però, tra i motivi per cui si parla dell’iniziativa c’è un aspetto che stona non poco con quei riferimenti alla body positivity che, seppur inflazionati, forniscono ogni volta spunti utili per ricordare che amarsi è il punto di partenza per l’armonia con se stesse e con il mondo. La campagna spagnola, infatti, è finita in pochi giorni al centro di una vivace contestazione. Come mai? Per via della presa di posizione di una delle modelle ritratte, la 32enne Sian Green-Lord, che ha accusato non solo l’utilizzo senza consenso della sua immagine – non è stata l’unica – ma anche il ritocco e l’eliminazione della protesi alla gamba che fa parte della sua quotidianità da quando, nel 2013, è stata investita da un taxi.
Un modo di trattare la body positivity che, lo diciamo a voce alta, non ci piace. Come già accennato, l’estate rappresenta, grazie alla maggior esposizione del corpo, un’occasione per ricordarci che siamo uniche e speciali anche con le nostre ferite interiori ed esteriori, tutti segni della nostra capacità di cavalcare in maniera impareggiabile le onde della vita e di uscirne guerriere, donne capaci, come Sian su Instagram, di dare spazio a uno storytelling che diventa ispirazione per chi vive una problematica fisica rilevante come l’amputazione di un arto.
La body positivity, se deve essere chiamata in causa, deve raccontare tutte le realtà della fisicità (in questo frangente) femminile, senza paura di creare polemiche. La forza di mostrare e narrare il corpo in tutte le sue sfaccettature è qualcosa che non ci deve mai vedere timorosi e pronti a smussare per rendere il racconto più “gradevole”. Lo dobbiamo alle nostre figlie, all’amica che ha ancora timore a mettersi in costume per quei kg in più che vede sulla bilancia, a noi stesse.