Lo scorso week end si è svolto a Bologna la seconda edizione del curvy pride. Oltre 300 donne e non solo si sono ritrovate in piazza per celebrare la bellezza senza stereotipi, quella oltre la 44, per essere orgogliose delle loro curve maestose rappresentate e riconosciute anche da artisti come Botero, Klimt, Picasso. Si dice che la colpa è del mondo della moda, che da anni suggerisce un unico modello vincente, ovvero quella silhouette tanto magra e senza curve. A tal proposito, in questi giorni, uno dei più importanti guru della comunicazione, provocatore per eccellenza, Oliviero Toscani, ha twittato:“La moda è in mano ad omosessuali che non amano le donne e pretendono che siano attaccapanni. E le donne cascano nel tranello”.
Credete che abbia ragione? Noi crediamo che, in qualche modo, tutte ci caschino. Non per ultime le curvy girls, che altrimenti non andrebbero alla ricerca dell’approvazione dal mondo della moda. Ci casca chi entra nel tunnel dei disturbi alimentari, che poi, anche qui, è riduttivo dire così, ci sarebbe da fare una distinzione perché nella maggior parte dei casi, questi problemi psichici non sono assolutamente legati a voler essere più magre, ma le motivazioni sono spesso più profonde e legate a ben altri fattori. Comunque è bene che di questo si parli, ci si confronti, si metta in discussione più punti di vista, si sensibilizzi e si conosca il tema. Le curvy girls sono fiere di essere come sono. A quanto dicono. Chissà però, quante di loro, nella loro vita, hanno mantenuto uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, una settimanale attività fisica. Sicuramente ci hanno provato, quasi tutte, ma senza successo. La verità è che per essere magre, non PELLE E OSSA, non anoressiche, non ossessionate dal proprio corpo, ma in forma, snelle e toniche, SI FA FATICA! E forse, è molto più semplice rassegnarsi alla taglia 46, che mettersi d’impegno per arrivare ad una misura giusta per il proprio fisico.