Kamala Harris, la neo vicepresidente USA, la prima donna a entrare alla Casa Bianca come numero due: in queste parole è racchiusa una svolta straordinaria che, parliamoci chiaro, ci regala una parentesi di sollievo in un periodo non certo facile.
Sorridiamo – nonostante le circostanze rendano tutto tranne che semplice farlo – perché Kamala, “guerriera felice” come lei stessa ama definirsi, ha una storia ricca di traguardi che vale la pena ricordare.
Prima donna di colore a ricoprire la carica di procuratore distrettuale della California, è cresciuta in un ambiente familiare che ha sempre messo in primo piano la lotta per i diritti civili.
Per rendersene conto, basta ricordare l’influenza che ha avuto su di lei la nonna materna, donna che, in India, si esponeva come attivista girando per le campagne con lo scopo di istruire le contadine in merito alla contraccezione.
Sposata con un avvocato – Douglas Emhoff – che si è messo in aspettativa lavorativa per evitare conflitti di interesse nel corso della sua campagna elettorale, due giorni fa, con indosso un tailleur bianco di Carolina Herrera che rappresenta un messaggio speciale – parliamo infatti del colore simbolo del movimento delle suffragette, ha lanciato alle donne di domani un appello importantissimo.
“While I may be the first woman in this office, I will not be the last. Because every little girl watching tonight sees that this is a country of possibilities”
Non possiamo che accogliere a piene mani la forza del messaggio di una donna che, in pochi mesi, ha concretizzato conquiste speciali e che, con la frase “Dream with ambition”, ricorda alle donne di domani, oggi bambine in un mondo sospeso tra crisi e un futuro potenzialmente ricco di opportunità, di non smettere mai di lottare per i loro obiettivi.