Nelle ultime settimane ha fatto molto parlare una campagna social, partita un anno fa ma diventata virale solo di recente, che punta il dito contro la censura delle foto che ritraggono il seno femminile: #freethenipple, questo l’hashtag che ha fatto il giro delle principali piattaforme di networking, soprattutto di Instagram.
Tra le voci autorevoli che hanno contribuito al successo della campagna c’è anche quella di Madonna, che ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto che la ritrae senza veli, con il seno coperto da una striscia nera. Obiettivo generale della protesta telematica? Sottolineare come il seno femminile, a differenza del Lato B, sia spesso censurato sui social, a testimonianza della difficoltà che si incontra a osservare il corpo di una donna senza implicazioni di natura sessuale.
Anche una deputata islandese ha dato il suo supporto alla campagna (sì, con una foto a seno nudo), e pure una star planetaria come Miley Cyrus non ha mancato di offrire il suo personale contributo alla causa. La campagna, che un anno fa ha visto in prima linea volti famosi come quello di Rumer Willis, figlia di Demi Moore e Bruce Willis, ha in questi giorni ritrovato visibilità (nella foto scattata una decina di giorni fa potete vedere la studentessa islandese che, con uno scatto a seno nudo pubblicato su Facebook, ha fatto partire il trend).
La causa è senza dubbio importante e va al di là della viralità della foto di un vip su un profilo Instagram. I social ci hanno abituato a vedere ogni giorno attorno a noi numerose immagini del corpo femminile e forse è davvero il caso, a ormai più di dieci anni dall’arrivo del web 2.0 nelle nostre vite, d’iniziare a guardarle con occhi privi di qualsiasi pregiudizio di genere.