Superficiale, medio e profondo: il peeling può avere diversi livelli di profondità, ma quello che non cambia è l’efficacia nel rinnovo della cute, fondamentale soprattutto in questo periodo dell’anno durante il quale ci prepariamo all’arrivo della bella stagione.
L’inverno è un momento particolarmente adatto al peeling perché non si è esposti alle radiazioni solari ed è possibile intervenire nella prevenzione delle piccole screpolature che sono molto frequenti quando fa freddo.
A seconda che il peeling sia superficiale, medio o profondo cambia la composizione e la percentuale di acidi utilizzata (quelli a cui si fa maggiormente ricorso sono l’acido glicolico, l’acido citrico, l’acido lattico e l’acido salicilico).
A questo punto ci si chiede quale sia il peeling migliore da scegliere. Dare una risposta unica non è possibile. Per trovare il trattamento perfetto per le proprie esigenze è in primo luogo fondamentale individuare l’inestetismo che si ha intenzione di eliminare e avere le idee chiare sui tempi di recupero. Ad esempio per eliminare i segni del fotoinvecchiamento – che è causato dall’eccessiva esposizione al sole – è necessario un peeling profondo, dopo il quale si devono affrontare una decina di giorni di rossori.
Chi ha paura che i peeling siano troppo aggressivi può invece ricorrere alla formula soft dei pad monouso, ossia dei dischetti imbevuti di acido esfoliante e addizionati con ingredienti idratanti o con acido ialuronico (garantiscono un’azione superficiale e possono essere utilizzati ogni giorno).
Scegliere la tipologia di peeling più adatta alla propria pelle è fondamentale – chi ha la cute particolarmente sensibile può optare per le soluzioni a base di enzimi vegetali – esattamente come lo è fare attenzione alla preparazione della cute, che deve essere ‘rieducata’ curandone il livello di idratazione grazie a creme e apporto idrico costante.