Anche oggi, come succede ormai ogni anno dal 1999, abbiamo visto in giro per le città scarpe e nastri rossi, silenziosi moniti a riflettere sul dramma della violenza contro le donne.
Questa giornata, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione per ripensare a tutti i nomi letti tra le righe di un giornale o sentiti per caso in TV ascoltando un servizio del telegiornale.
A quante è capitato di tirare un amaro sospiro di sollievo pensando “A me non potrà mai succedere”? Si tratta appunto di una considerazione amara che non basta e non basterà mai a risolvere il problema, ad aiutare a comprendere un cambiamento sociale con protagoniste donne che vogliono conciliare con il sorriso maternità e carriera e che, soprattutto, desiderano vivere serenamente le scelte sentimentali senza la paura per le conseguenze di un ‘no’ o per la decisione di mettere fine a una relazione.
Solo portando l’educazione sentimentale nelle scuole è possibile vedere una svolta seria al proposito. Bisogna agire rapidamente e lavorare sul fronte culturale, l’unica via per uscire da una situazione che, purtroppo, coinvolge anche i giovanissimi. Ne è una triste dimostrazione il post pubblicato stamattina su Facebook dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha divulgato uno squallido spaccato di alcuni tra gli insulti a lei indirizzati negli ultimi mesi sui social.
Non resta quindi che essere felici per iniziative come la lettera aperta che i militanti dell’associazione F Come, impegnati nella promozione internazionale delle pari opportunità, hanno inviato ai più alti membri delle istituzioni invitando a riflettere proprio sull’introduzione di programmi di educazione sessuale e affettiva fin dai primi anni di scolarizzazione, per lavorare di prevenzione totale.
Che la si chiami battaglia politica o si usino altre definizioni poco importa. Quello che conta è agire, impegnarsi, spiegare alle proprie figlie e amiche che la violenza fisica e psicologica – quest’ultima tragicamente sottovalutata – non possono assolutamente coesistere con la parola ‘amore’.