Alle giovanissime piace il botox: in Italia il ricorso alle iniezioni della popolarissima tossina è cresciuto del 15% nell’ultimo anno. Secondo alcuni si tratta di un vero e proprio allarme, ma in ogni caso il dato è palese e interessante oggetto di riflessione. Le statistiche parlano di un aumento delle under 30 che decidono di sottoporsi a interventi estetici a base di botox, con scopo di prevenzione in vista dell’avanzare dell’età. Questo campione è però composto anche da molte adolescenti, ossia persone in formazione fisica e decisamente troppo giovani per sottoporsi a trattamenti che comunque condizionano il corpo e la psiche.
L’utilizzo del botox non rappresenta certo il più invasivo degli interventi di chirurgia estetica: gli effetti collaterali fisici sono minimi e limitati nel tempo, anche se l’uso prolungato può portare il viso a immobilizzarsi a causa dell’insorgere di una resistenza alla sostanza. Capitolo ben più ampio è invece quello legato all’aspetto psicologico: il botox sarebbe causa dell’insorgenza di una vera e propria dipendenza.
C’è chi già parla di un generazione di “toxic teen”, ossia di ragazze non ancora ventenni psicologicamente dipendenti dal botox, nonostante nella maggior parte dei casi non ne abbiano affatto bisogno. A dare man forte a questo timore ci sarebbero poi gli esempi di star come Megan Fox e Linsday Lohan, il cui viso sembra davvero snaturato dall’utilizzo della tossina (la Fox ha però smentito seccamente di averne fatto ricorso attraverso alcune foto postate su Facebook).
Come far fronte alla situazione? Prima di tutto avvalendosi del parere di un professionista serio, in grado di aiutare aiutare a comprendere che questo tipo di interventi non sono un vezzo da prendere alla leggera, ma una procedura molto seria nella quale farsi guidare da chi ne sa di più e ha come obiettivi principali la qualità del lavoro e il benessere olistico della paziente.