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Chirurgia dell’obesità: in cosa consiste e a chi serve

03 Mag 2017

L’obesità è un problema sempre più diffuso, soprattutto nei Paesi Occidentali come il nostro, dove a preoccupare è il tasso di obesità giovanile. Una recente indagine del Sistema Sanitario Nazionale ha stabilito che attualmente all’incirca il 10% della popolazione italiana è da considerarsi in sovrappeso. Un dato senza dubbio allarmante, per una patologia che molto spesso è frutto di abitudini alimentari completamente sbagliate e di una dieta alimentale povera di vitamine e minerali, ma al contrario ricca di grassi saturi e zuccheri complessi (tra i primi responsabili dell’obesità). Parallelamente all’accentuarsi di questo problema si è sviluppata anche la chirurgia dell’obesità, che soprattutto negli ultimi anni ha messo a punto per i pazienti obesi metodologie sempre più sofisticate, nonché meno invasive, finalizzate proprio alla riduzione del peso corporeo.

La chirurgia dell’obesità è una branca che nell’ultimo decennio sta conoscendo una massiccia diffusione in tutto il mondo occidentale. Essa spazia dalle classiche dietoterapie agli esercizi fisici mirati all’incremento dell’attività del metabolismo, fino alla chirurgia dell’obesità propriamente detta. Quest’ultima è conosciuta anche con il nome di chirurgia bariatrica e prevede interventi mirati, nonché l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e tecniche sempre più innovative, frutto di studi specifici. L’esigenza di rivolgersi alla chirurgia dell’obesità deriva dal fatto che a volte ogni altro tentativo di perdere peso in maniera stabile si rivela vano. Molti pazienti obesi che si sottopongono a dietoterapia tradizionale, infatti, nonostante i risultati non di rado incoraggianti, una volta terminata la dieta recuperano gran parte dei chili perduti, col risultato che non solo sono punto e a capo, ma sono anche decisamente più scoraggiati di quando hanno intrapreso per la prima volta il percorso di dimagrimento.

Al contrario le tecniche chirurgiche, oltre a essere sempre efficaci, nella maggior parte dei casi consentono di ottenere risultati duraturi e la perdita di chili che non verranno più riacquistati. Tra le varie tecniche, una delle più all’avanguardia, nonché delle più diffuse, è quella del Pallone Intragastrico. In realtà non si tratta neanche di un vero e proprio intervento chirurgico, poiché il cosiddetto “pallone” viene introdotto nello stomaco del paziente quando questi è cosciente, attraverso una particolare manovra che dura pochi secondi e che coinvolge bocca ed esofago. Il pallone viene gonfiato con mezzo litro di soluzione fisiologica, dunque la sua massa va a occupare gran parte dello stomaco. Così facendo, una volta che si mette a dieta il paziente è molto facilitato nel portare avanti senza problemi il nuovo regime alimentare ipocalorico; il pallone non provoca alcun fastidio, tranne i primi giorni, quando il paziente può avvertire nausea o pesantezza. In ogni caso si tratta di una situazione passeggera. Viene tolto dopo tre o quattro mesi, al termine dei quali – qualora ancora non si siano raggiunti i risultati voluti – si può inserire un altro pallone.

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