La chirurgia estetica è molto spesso un contesto carico di stranezze e una delle ultime arriva dalla Georgetown Medical School e riguarda il ruolo del botox nella gestione di problemi psicologici come la depressione. La famosissima tossina rivestirebbe infatti un ruolo risolutivo non indifferente nella risoluzione di quella che è una delle patologie più gravi a livello mondiale.
In che modo? Attraverso la paralisi di alcuni muscoli del viso in modo da impedire ai pazienti operati di palesare espressioni tristi. Sì, avete capito bene: la chirurgia estetica aiuterebbe a risolvere la depressione non perché rende più attraenti e attenua alcuni difetti fisici (come può dimostrare per esempio il caso estremo della rinoplastica della giovanissima Renata, vittima di bullismo per via del suo naso prominente), ma perché permette di avere stampato in faccia un sorriso perenne capace di far dimenticare molti problemi.
Più che di chirurgia estetica si dovrebbe parlare di ben altro, ossia di negazione della realtà. I benefici della risata e i danni della depressione sono noti ai più, così come i piccoli espedienti utili a risolvere uno stato di sconforto psicologico. Farsi aiutare dal botox per eliminare la possibilità di assumere espressioni tristi significa negare quello che in molti casi è il normale corso della vita emozionale, facendo assumere alla chirurgia estetica un ruolo di snaturamento rispetto a quelle che sono le funzioni base del nostro corpo e della nostra psiche.
Si è parlato di botox eccessivo come causa di depressione e di fenomeni di dipendenza, adesso la medaglia si rovescia e la tossina in questione diventa un veicolo di risoluzione per i problemi psicologici. Non fatevi ingannare: la chirurgia estetica di alto livello non promette meraviglie come la risoluzione della depressione e soprattutto non si mette in mezzo a quello che è il normale corso emozionale a volte estremamente naturale della psiche umana!