Alzi la mano chi, tra i ricordi d’infanzia, non ha qualche pomeriggio passato a giocare con Barbie e Ken!
Fino a che si parla di queste bambole in chiave di finzione è tutto nella norma. Le cose però cambiano quando il loro fisico comincia a diventare un motivo di ossessione così grande da spingere a spendere cifre folli dal chirurgo estetico per assomigliare alla celebre bionda e al suo atletico fidanzato.
Purtroppo di casi di questo tipo non ce ne sono pochi. Il giornale inglese The Sun, lo scorso mese di giugno, ne ha parlato un articolo dall’emblematico titolo Life in Plastic, it’s Fantastic. L’argomento? La dipendenza da chirurgia e medicina estetica che ha portato persone come Rodrigo Alves, Justin Jedlica e Nannette Hammond a spendere cifre folli per assomigliare alla bambola più famosa del mondo e al suo compagno.
Alves, come ben sappiamo, ha detto basta alla chirurgia dopo un’infezione successiva a una rinoplastica. Jedlica, giusto l’anno scorso, si è fatto inserire nelle scapole degli impianti che ricordano le ali di un angelo, e ha affermato che smetterà con la chirurgia estetica solo quando sarà “al 100% di plastica“.
Sono pochi i commenti anche per quanto riguarda la storia di Nannette Hammond, che ha speso più di 350.000$ in chirurgia estetica per assomigliare a Barbie (da piccola ne possedeva più di 50). La 42enne americana, che si è sottoposta a ben tre interventi di mastoplastica additiva, ha dichiarato di trovare la chirurgia estetica rilassante.
La domanda qui è una sola: perché? Cosa spinge a stravolgere in questo modo il proprio fisico, andando incontro a pericoli per la salute? Si tratta di situazioni chiaramente patologiche che, per fortuna, convivono con casi di ricorso intelligente alla medicina e alla chirurgia estetica, scelte da pazienti che ricercano un ringiovanimento naturale.