L’era è quella di internet, quella dell’alta velocità, dell’immediatezza, del tempo che sembra non bastare mai, che forse non abbiamo più. Ormai nessuno ha più tempo di far niente (avete mai fatto caso che chi fa le cose fatte bene, ha sempre tempo di fare tutto?).
Siamo spettatori e utilizzatori onnivori di tecnologia, quasi rincoglioniti da tutta questa velocità che porta. Siamo vittime della moda, è lei che detta le leggi della nostra immagine, delle nostre abitudini. Che le donne debbano essere magre e che gli uomini debbano somigliare sempre di più alle donne, lo dice la moda, che i bambini debbano essere cresciuti a pane e IPad, lo dice la moda, lo dicono i tempi moderni… e se prima le femmine giocavano a Barbie, i maschi a macchinine e mentre si cenava, potevano al massimo tenere in mano un giocatolo, oggi, a tavola, è molto più facile convincerli a mangiare facendoli giocare e concentrare su un palmare. E’ colpa nostra, che corriamo, corriamo e corriamo tutto il giorno e il prezioso tempo è forse troppo prezioso per parlare con i nostri figli. Il tempo però, lo si trova per scagliarsi contro gli sviluppatori e la multinazionale Apple per aver messo in vendita un applicazione ‘Plastic surgery & plastic doctor & plastic hospital office for Barbie version’, disponibile da inizio anno su iTunes per bambini dai nove anni in su, che dice: “Bambini, la vostra Barbie è troppo grassa e nessuna dieta la può aiutare? Nessun problema, nella nostra clinica potete curarla con la liposuzione, un paio di tagli nel posto giusto e la ritroverete di nuovo magra e bellissima”. Ora, se davvero questo fosse il problema, tra l’altro un’applicazione si deve comprare, scaricare e installare, che questi genitori controllassero di più i propri figli invece di twittare a più non posso post contro la stessa applicazione, che trovassero le parole per spiegare loro cosa è una liposuzione, a cosa serve e chi può aiutare, che raccontassero loro quanto tutti siamo diversi ma assolutamente unici e irripetibili e che postassero meno autocelebrazioni per dimostrare a loro stessi di essere bravi genitori. Insomma, è facile protestare con l’immediatezza del web e anche cosa buona e giusta dire la propria su una questione, ma se si facessero scoppiare meno polemiche sui social media e si giocasse di più con i nostri figli, non saremo tutti più felici? Che poi diciamolo, se davvero fossimo tutti così integerrimi, dovremmo spegnere tutte le tv, i computer, coprire loro gli occhi mentre camminano per strada, mentre sfogliamo un giornale, tapparli le orecchie e tappare la nostra bocca mentre parliamo con gli amici. Non sarà certamente colpa di un’applicazione web se i nostri figli cresceranno con la strana consapevolezza che il corpo di una donna è brutto se grasso e che solo una bella operazione di chirurgia estetica può portare la felicità.