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LEA T – quando la chirurgia plastica fa rinascere…

16 Dic 2013

IEI_LEA_TLea T: brasiliana, 32 anni, misure 86-63-91 cm su 1,80 cm, super modella (le case di moda se la litigano), amato personaggio televisivo dopo aver partecipato all’ultima edizione del programma Ballando Sotto Le Stelle, figlia del noto calciatore brasiliano Tohinho Cerezo. Lea T, si trasferisce molto piccola con tutta la sua famiglia a Roma dove il padre gioca nella AS ROMA e dove trascorre l’infanzia e l’adolescenza.

La top model, dopo aver lavorato per qualche tempo come modello, a 25 anni riconosce la sua transessualità e comincia un percorso, che nel 2011 lo porta alla riattribuzione chirurgica del sesso e al cambio di nome. Così Leandro Medeiros Cerezo su passaporto e quant’altro documento di riconoscimento è adesso Lea, che finalmente ha messo pace tra mente e corpo.

Questo è un argomento delicato, che va trattato con la massima serietà e rispetto dell’individuo che lo vive. Una persona transessuale, per la scienza medica odierna, soffre del Disturbo dell’Identità di Genere. L’identità di genere è una delle componenti fondamentali del processo di costruzione dell’identità. Il transessuale ha il desiderio profondo ed incoercibile di modificare alcune caratteristiche corporee e di cambiare i propri dati anagrafici adeguandoli al genere cui sente di appartenere in modo definitivo. Per raggiungere tale obiettivo, ci sono da rispettare e seguire tutta una serie di regole (leggi) e procedure che, sono un percorso lungo e faticoso che sembra non finisca mai: c’è la fase del percorso psicologico e psichiatrico che va avanti costantemente, la terapia endocrinologica (somministrazione di ormoni), per poi finire con l’iter medico chirurgico. Ed è qui che entra in scena la medicina e chirurgia estetica. Inizia, in genere, da una mastoplastica additiva, come nel caso di Lea T: “Oltre alle cure ormonali, mi ero fatta il seno e altre due piccole operazioni per femminilizzare i lineamenti del viso: ho limato fronte e mento – racconta in un intervista a Vanity Fair.  Successivamente si arriva all’intervento di vaginoplastica: “Tra mille dubbi, arriva il momento. È l’8 marzo, la festa della donna. Che ironia, eh? Su consiglio di un’amica già operata, la sera prima compio questo strano rito: mi guardo allo specchio e saluto il mio pene, lo ringrazio per i trent’anni passati insieme. La mattina, su una sedia a rotelle, mi portano verso la sala operatoria. Penso che è una nuova nascita, ma anche che quello è il corridoio della morte. Mi passano davanti le immagini della mia infanzia e giovinezza, quando ero solo Leandro, e poi questi miei faticosi, tormentati anni da trans. Penso che è tutto finito, ma che non so che cosa mi aspetta…” Così Lea T racconta l’avvicinarsi dell’intervento che le ha cambiato la vita. L’iter chirurgico femmina-maschio (FtM) è il più complicato. Tra le parole della top model si legge in conclusione: “Sono passati  sette mesi, ormai. Sto bene, anche se sono ancora un po’ debole. Però ho ricominciato a lavorare, ho sfilato a Milano e a Parigi. E ho anche ricominciato ad avere una vita sessuale, sì. Ho imparato a masturbarmi. Mi ha spiegato come fare passo dopo passo una mia amica al telefono, dal Brasile. Una specie di lezione di autoerotismo femminile. Sì, ho avuto un orgasmo. Ed è stato soddisfacente come quelli che avevo con il mio pene. Però la penetrazione, quella, ancora no. Sto aspettando l’uomo giusto … perché, quando si parla di questioni di cuore, il corpo non c’entra proprio niente.” E a quanto pare Lea T, il suo lui, l’ha trovato, il modello argentino Maximiliano Patane. Le auguriamo tanta felicità.

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