Sono tantissimi i chirurghi che in queste ore hanno condiviso il video del servizio delle Iene dedicato alla medicina difensiva e andato in onda ieri sera (potete vederlo anche voi qui). Ma cos’è la medicina difensiva? Una pratica che vede il medico prescrivere esami diagnostici non sempre funzionali alla buona riuscita dell’intervento, ma finalizzati ad evitare responsabilità in un eventuale contenzioso legale.
Il servizio delle Iene parla chiaro e sottolinea un dato che è sotto gli occhi di tutti: negli ultimi anni sono aumentate tantissimo le denunce da parte dei pazienti e i medici, per evitare rischi legali (ricordiamo che attualmente l’Italia è l’unico Paese europeo dove c’è il penale per il danno medico), scelgono spesso un eccesso di zelo prescrivendo esami non strettamente necessari e decidendo, talvolta, di non prendersi la responsabilità di operare casi difficili. Ad alimentare poi il fenomeno delle denunce ci sono alcuni studi legali che, con metodi decisamente poco professionali, cercano i potenziali clienti direttamente tra le corsie di ospedali e cliniche, promettendo servizi a costi inesistenti e, in caso di vittoria della causa, risarcimenti tanto stellari quanto assurdi (si parla di milioni di euro).
Per quanto ci riguarda anche il mondo della chirurgia estetica risente di questi problemi. Pensate che il settore è uno dei più toccati dal fenomeno delle richieste di risarcimento non sempre giustificate – nel 2013 c’è stato addirittura un appello al Governo da parte di Aicpe – e solo la corretta interazione con i pazienti può migliorare la situazione.
E’ diritto e dovere di ognuno difendersi e farsi delatore di qualunque soppruso, abuso e violenza di qualunque genere a patto che effettivamente vi siano ragioni effettive per cui pretendere un risarcimento. Denunciare un medico senza causa alcuna, per ricavarne guadagno e/o per sopperire questioni personali, fa si che un sistema, come quello sanitario, già “zoppo” di per se, peggiori sempre di più. Che la legge morale e il buon senso ci supportino, perché a farne le spese, in tutti i sensi, siamo e saremo solo noi.