La medicina estetica riscuote sempre più successo tra gli immigrati di seconda generazione. Da qualche anno a questa parte i dati italiani (raccolti dal SIME) parlano di un aumento di persone naturalizzate italiane che decidono di rivolgersi a professionisti di medicina estetica per far fronte a problemi di diverso tipo, che vanno dalla cancellazione di macchie della pelle fino alla rimozione o all’attenuazione di segni dell’età, con esigenze differenti a seconda della provenienza geografica.
La ricerca della bellezza è sempre più diffusa, anche grazie alle sfide lanciate dalla globalizzazione, che lancia messaggi precisi intercettati da un’ampia fascia di popolazione e quindi anche da chi è nato in Italia da genitori che hanno raggiunto il nostro Paese in cerca di fortuna, portando precise caratteristiche culturali anche per quanto riguarda l’approccio al proprio corpo.
Tra le richieste più frequenti fatte ai professionisti di medicina estetica da immigrati di seconda e terza generazione ci sono l’epilazione della pelle scura, la rimozione di macchie sui fototipi asiatici e la risoluzione degli inestetismi dovuti alla disidratazione, caso frequente soprattutto nelle pelli scure.
Nella maggior parte delle situazioni i soggetti che decidono di fare ricorso a un intervento di medicina estetica sono persone perfettamente integrate nel tessuto sociale ed economico del Paese, in alcune situazioni anche molto abbienti. Cambia la società, cambiano le sinergie tra culture e i contenuti mediatici divulgati in maniera pervasiva: in tutto questo la chirurgia e la medicina estetica non possono che mantenere il passo con questi importantissimi mutamenti e adeguarsi dal punto di vista della qualità delle prestazioni e dell’innovazione tecnica.
La globalizzazione non coinvolge solo ambiti come la creatività e il cibo: anche la rincorsa della bellezza è interessata da questa temperie e le sfide della medicina estetica non possono non tenere conto di come in Italia e in altri contesti europei sia radicalmente mutata l’utenza.