Anche se il nome può apparire un po’ inquietante, gli esiti finali sono più che soddisfacenti. Stiamo parlando del vampire breast lift, una tecnica messa a punto dal Dottor Charles Runels che consiste nell’iniezione nel seno di una dose di sangue prelevata generalmente dal braccio della paziente e centrifugata per separare il plasma dalle piastrine.
Il risultato? Un miglior turgore della pelle grazie all’azione dei fattori di crescita.
Ideale quando sopraggiungono le odiatissime smagliature, questo trattamento, come ricorda il nostro Dottor Badiali in un articolo pubblicato sul numero di questa settimana di D Repubblica, viene definito in maniera impropria. L’utilizzo del termine lift, traducibile con ‘sollevamento’, è infatti decisamente fuorviante.
La tecnica utilizzata, ossia il PRP (plasma ricco di piastrine), è molto apprezzata quando si parla di ringiovanimento della cute del viso. Per quanto riguarda il seno, è possibile l’abbinamento con il lipofilling, ossia l’iniezione di grasso autologo prelevato dalle ginocchia o dall’interno coscia e centrifugato per isolare la parte più ricca di cellule staminali. Di certo non si può ottenere un aumento di volume – per quello ci sono la mastoplastica additiva e la mastopessi con protesi – ma apprezzare un generale effetto di ringiovanimento del seno sì.
Fondamentale è però specificare che, attualmente, la legislazione italiana in merito all’associazione tra PRP e lipofilling è molto severa e cambia a seconda delle normative regionali. Ecco perché, come ha rammentato il Dottor Badiali in un post pubblicato oggi su Facebook, per ora ci si limita a effettuare riempimenti ricorrendo unicamente al grasso autologo.