La frutta, come ben si sa, è fondamentale per una dieta sana. Questo vale anche d’estate, quando diversi dei micronutrienti che apporta, per esempio i minerali, sono ancora più importanti. Quali sono le dritte da considerare per portarla a tavola durante la bella stagione? Premettiamo il fatto che, dal momento che si ha a che fare con la salute, il principale riferimento deve essere il medico di fiducia o il dietologo.
Questo non vuol dire che non esistano dei suggerimenti generali che è bene conoscere. Il principale prevede il fatto di orientarsi verso frutta di stagione. Inoltre, è utile cercare di alternare il più possibile i colori.
Un doveroso cenno deve poi essere dedicato alla quantità. Quando si parla di porzioni, è bene mettersi nell’ottica che una singola corrisponde a un range compreso tra 150 e 200 grammi, ideale per uno spuntino di metà mattina o metà pomeriggio.
Fondamentale è poi valutare il giusto compromesso tra qualità e quantità: se si ha intenzione di ricorrere alla frutta come spezzafame, alternative particolarmente ricche di zuccheri – p.e. i fichi – dovrebbero essere prese in considerazione solo una volta al giorno.
Un aspetto sul quale molte persone si fanno domande quando si parla di frutta in estate riguarda la possibilità di utilizzarla per sostituire un pasto completo. Si può? In linea di massima sì. Quello che conta è non dimenticare di aggiungere una fonte proteica (p.e. un bicchiere di latte scremato o un cubetto di parmigiano).
Se si opta per il latte come fonte proteica, si può anche preparare dei gustosi frullati, ideali per combattere il disagio provocato dalla calura ed eccellenti sostitutivi dei pasti.
Le idee per assumere la frutta in estate senza mettere in secondo piano né il gusto né la salute ci sono. Quello che conta è non dimenticarla! Tra i motivi per cui è importante assumerla rientra la sua ricchezza in acqua. Non dimentichiamo infatti che i circa 3 litri d’acqua che ogni persona dovrebbe incamerare ogni giorno – i parametri specifici dipendono da aspetti come sesso e attitudine all’attività fisica – devono arrivare anche da quello che si mette nel piatto.