Le controindicazioni all’impianto di filler sono rappresentate dalla pre-esistenza di malattie sistemiche della cute o dalla presenza di infezioni cutanee della zona da trattare.
Si può quindi dire che le uniche controindicazioni al trattamento filler esistono per situazioni precedenti al mini intervento ambulatoriale.
Le controindicazioni alle iniezioni quindi sono pari a nulle di per sé, ma si sconsiglia di sottoporsi al filler durante la gravidanza o l’allattamento.
Ecco in dettaglio gli stati che possono portare a controindicazioni:
Gravidanza in corso e allattamento: è inserita tra le situazioni a rischio per una carenza di studi sufficientemente esaustivi sugli effetti collaterali che potrebbero provocare al feto o al latte materno;
Collagenopatie;
Herpes in fase attiva;
Malattie dermatologiche autoimmunitarie:
Disfunzioni della coagulazione del sangue;
Tendenze a sviluppare cicatrici cheloidi;
Terapie in atto, controindicate per supposti rallentamenti e/o ritardi della fase riparativa.
Esiste poi un’altra situazione importante che può portare ad una controindicazione: la presenza non dichiarata di filler pregressi, che da sé è motivo sufficiente per evitare l’uso di altri filler.
Queste controindicazioni possono essere evitate grazie al medico-estetico che non si limiterà ovviamente all’attico pratico dell’iniezione.
Il primo procedimento è infatti quello diagnostico, altresì chiamato check up della pelle o medico- estetico: consiste nel fare delle misurazioni dermiche per valutare il grado di invecchiamento dei tessuti e capire il tipo di pelle che sta per essere trattata.
L’importante non è la correzione dell’inestetismo fine a sé stesso, ma il gestire, nella maniera corretta, la pelle del /la paziente.